Grazie è un’abilità sociale, il vocabolario di consapevolmente connessi
Perché dire sempre grazie? Perché ci mette in relazione, ci ricorda la gratitudine, il pensiero e i gesti che gli altri hanno nei nostri confronti, ci ricorda di “ricordare loro la nostra gratitudine e che nulla è scontato”. Mi piace dire grazie, è la parola che uso di più durante la giornata, è come una magia. Il grazie quando è profondo si accompagna con un sorriso, che viene sempre corrisposto … migliora la giornata! E crea un’intimità di gratitudine.
Consapevolmente connessi è un viaggio nella comunicazione consapevole e responsabile, quella che si connette con le persone e attraverso le parole positive. Tra le parole positive per comunicare e dialogare il grazie è quella che per me occupa un posto centrale e così la voglio condividere con voi.
Mi capita spesso di osservare stupore di fronte alla parola grazie, e quando ne domando il perché la risposta è sempre “magari ci fosse tutta questa positività, e tutta questa attenzione verso il prossimo”. Nei bar trovo sempre più spesso cartelli in cui si ricorda che il grazie è un gesto di rispetto, di gentilezza, di cortesia oltre che di buona educazione. Quando ringrazio l’autista di un mezzo, perché mi ha dato un’indicazione o mi ha segnalato la fermata il mio “grazie e arrivederci!” fa sgranare gli occhi e provoca risatine e occhiate di commiserazione. E poi magari sono quelle che sui social si mostrano splendide. Ma è davvero questo quello che desideriamo? Una società di persone con la testa abbassata sullo smartphone per socializzare virtualmente e eliminare il contatto visivo nella nostra quotidianità fisica?
Fisico e virtuale non sono una scelta esclusiva, l’uno non esclude l’altro, ma uno fa parte del nostro interagire con i sensi, l’altro solo in parte, è un’opportunità di crescita della socialità, di conoscenza, che non deve eliminare quella fisica.
Il grazie dunque può essere un ottimo strumento di connessione tra fisico e virtuale. Una leva attraverso la quale innescare una comunicazione positiva con i colleghi, gli amici, i famigliari.
- Ricorda di dire grazie ogni volta che ne senti l’impulso, non avere paura di esprimere gratitudine. Sii orgoglio di questa emozione che provi,
- Allenati a dirlo spesso, magari accompagnandolo con un sorriso e alla sera prova a ricordare quante volte lo hai detto, non solo come forma di cortesia, ma con un sentimento di gratitudine,
- Ascoltati quando dici grazie, ascolta le emozioni che provi perché quelle emozioni ti aiuteranno a sentirti meglio, più profondo e in forte connessione con le persone a cui sei grat*
- Ringrazia gli amici, i famigliari e i colleghi, e vedrai che costruirai una comunicazione positiva, ricca di energia e sempre più consapevole e responsabile.
Parliamo dunque di un grazie che esalta la reciprocità, uno scambio di parole, azioni ed emozioni, oltre che una forma di cortesia
La gratitudine è un’emozione che si sperimenta. E attraverso questa sperimentazione ci sentiamo meglio, è un modo per fare stare meglio anche gli altri, che vengono messi al centro del nostro pensiero e della nostra emozione. E’ uno scambio. E il grazie potenzialmente è un promotore di gratitudine infinita “ti sarò infinitamente grata per quello che hai fatto per me”, perché è importante per me e io ci sarò sempre per te. Quello che hai fatto e che mi ha fatto stare bene, mi ha fatta sentire sicura, mi ha fatta sentire amata non è scontato e non lo sarà maiMa, allo stesso tempo, è un ricordare all’altro il suo gesto, il perché lo ha fatto e dunque “riattivare” le emozioni che lo hanno spinto a fare questa scelta.