L’uso sapiente della parola permette di coinvolgere, attrarre e fare arrivare un messaggio nel più semplice dei modi, ovvero diretto e comprensibile perché utilizza un linguaggio e un modello narrativo a noi affine. Come fare Storytelling dunque? Come rendere un’informazione una storia coinvolgente e convincente? Come costruisco la mia Mappa Narrativa?
Se mi dovessi definire con un termine userei Word Aholic e credo mi rappresenterebbe al meglio. La parola per me è tutto: è scrittura, valorizzazione, promozione, energia e allo stesso tempo è consapevolezza di quanto possa essere limitante, alienante e distruttiva. A seconda dell’uso possiamo creare, il famoso “creo come parlo” e quindi utilizzando un linguaggio positivo possiamo migliorare costantemente, ma soprattutto possiamo trasformare informazioni e fatti in narrazioni avvincenti.
L’uso sapiente della parola permette di coinvolgere, attrarre e fare arrivare un messaggio nel più semplice dei modi, ovvero diretto e comprensibile perché utilizza un linguaggio e un modello narrativo a noi affine. Come fare Storytelling dunque? Come rendere un’informazione una storia coinvolgente e convincente? E soprattutto come costruire una narrazione a noi affine? Secondo i formalisti russi in un racconto si può distinguere la fabula, cioè la costruzione delle sequenze in ordine cronologico, e l’intreccio, che è il racconto vero e proprio così come lo scrittore ce lo presenta, nelle parole di Tomasesvskij “la distribuzione in costruzione estetica degli avvenimenti dell’opera”. La costruzione estetica degli avvenimenti dell’opera diventa dunque il nostro obiettivo e in una comunicazione multi canale rappresenta una grande opportunità di codici e linguaggi stratificati.
Iniziamo dunque con questa prima parte dedicata alla narrazione e al narratore, per proseguire poi con una seconda parte dedicata al narratore digitale.
Ma andiamo con ordine, per comprendere esattamente ciò che dobbiamo stendere dobbiamo avere presente il testo narrativo e le sue caratteristiche: ovvero un messaggio sotteso e organizzato da uno o più codici, trasmesso attraverso un canale, in un dato contesto, da un mittente a un destinatario. Avremo così da una parte lo scrittore-autore e il lettore rapportati al testo scrittura quindi in una comunicazione extra testuale e dall’altra il narratore e narratario rapportati al testo narrazione, quindi in un livello intra testuale. La nostra narrazione dovrà dunque focalizzare l’attenzione sul lettore reale (empirico), sul lettore virtuale (o medio-tipico) ipotizzato dall’autore secondo determinate attese, categorie culturali, di gusto, ideologie; e infine il lettore ideale o lettore modello in perfetta sintonia nella comprensione del testo nella complessità del suo messaggio. Pertanto il testo letterario avrà più livelli di decifrazione del messaggio: quello aperto e potenzialmente indefinito delle letture empiriche; il livello sociologicamente determinato e infine quello più sublimato. Su queste premesse si potrà dunque strutturare il nostro testo che parte esattamente dalla consapevolezza dei livelli di lettori che avrà. E che tiene conto inoltre del tipo di narratore che avrà, ovvero l’istanza narrativa che regola le modalità dell’informazione. Il dato di fatto è che non vi potrebbe essere racconto senza narratore. Ma attenzione, il narratore è un’invenzione, certamente vicino all’autore, una sorta di alter ego dell’autore ideale, ma anch’esso per far funzionare la narrazione è un’invenzione. E quindi non dimentichiamolo nella nostra stesura, che per essere efficace dovrà tenere conto di tutti questi aspetti sopra citati.
Il racconto si rivolge sempre a qualcuno, ovvero al narratario. Una figura quest’ultima che come abbiamo visto diventa parte della finzione letteraria stessa. Come possiamo dunque dialogare al meglio con il narratario? Facendolo diventare un personaggio della storia, immaginandolo mentre ascolta la nostra narrazione. Un ritratto di una situazione metanarrativa che ritrae il narratario nell’azione dell’ascolto e che quasi dà il cambio al narratore.
Pensate di avere una confusione in testa e sul tavolo da lavoro con tutte queste nozioni? Non è assolutamente così, basta organizzare le informazioni e i ruoli chiave, segnandoli magari su dei post it da spostare a seconda della narrazione.
PINAIFICAZIONE DEL TESTO NARRATIVO, la mia mappa narrativa step by step:
- Voglio trasferire un messaggio, un’informazione, un prodotto o un evento. Mi chiarisco sulla storia che voglio raccontare e sul messaggio che voglio trasmettere (obiettivo chiaro). Post it con il messaggio chiave e collegamenti di approfondimento se ne ho.
- Immagino di doverlo raccontare a un lettore reale – empirico: deve comprendere il messaggio nella sua globalità. Quale il messaggio chiave da trasferirgli? Dove leggerà questo racconto? Che tipo di approccio avrà al racconto? Quale la sua espressione durante la lettura del racconto? Ma soprattutto attraverso quale strumento starà leggendo il racconto? Solo attraverso queste domande e rendendolo un personaggio del mio racconto (meta narrazione) riuscirò a convincerlo e coinvolgerlo. Post it con il mio lettore empirico e collegamenti di approfondimento nei vari canali e con le sue caratterizzazioni.
- Immagino di poter raccontare anche al lettore virtuale, quello in grado di comprendere aspetti più precisi della narrazione. Il messaggio sarà caratterizzato con alcuni tratti più specifici. Perché conosce il messaggio e cosa vuole sapere in più? Quali gli aspetti caratterizzanti? Sarà la riconoscibilità del luogo, delle abitudini, dei dialoghi, dei personaggi, della microlingua? Sarà ancora una volta rispondendo alle domande e rendendolo un personaggio chiaro del mio racconto che riuscirò a convincerlo e coinvolgerlo. Un nuovo Post it dunque con il lettore virtuale e tutte le connessioni di approfondimento necessario mi caratterizzeranno ulteriormente lo scheletro della narrazione.
- Immagino, nella più grande libertà creativa di poter raccontare a chi legge perfettamente il mio pensiero, ha le mie stesse conoscenze, arriva al più piccolo dettaglio e riesce a cogliere ogni aspetto straordinario. Sono in perfetta sintonia e quasi arrivo a scrivere la narrazione per me. Mi focalizzo sulle emozioni che il messaggio riesce a farmi provare, sulla soddisfazione, sul coinvolgimento, sulle leve, sulle caratteristiche pregnanti. Ed ecco che il terzo livello di profondità della mia narrazione mi permetterà di costruire il racconto più coinvolgente. Un nuovo Post it con il lettore ideale e tutte le connessioni di approfondimento che questa volta scenderanno i aggettivi, parole chiave e una semantica fortemente caratterizzante.
- Davanti alla nostra Mappa Narrativa visivamente chiara e coinvolgente focalizzerò la mia attenzione su connessioni che possono collegare anche alcuni contenuti con i vari lettori. Tenterò di costruire incroci se vi sarà la possibilità e inizierò a immaginare il racconto su quei punti chiave che ho fissato puntualmente sulla mappa.
- Immagino il narratore, la parte più complessa ma anche la più coinvolgente per lo scrittore. A chi affido la mia narrazione per renderla il più efficace possibile? Chi potrebbe essere il testimone migliore per questo messaggio? Qui si aprono moltissime possibilità sia a livello letterario che a livello di verosimiglianza. Il consiglio: pensate al testimone migliore che possa “incarnare” il messaggio, il personaggio dunque più attendibile a livello di significato e iniziate a immaginarlo. Post it dedicato alla sua caratterizzazione di personaggio. Cosa deve dire? Cosa deve fare? Come lo deve raccontare? Lo ha sperimentato? Lo sta sperimentando? Lo vuole vivere?
- Osservo la mia Mappa Narrativa, e inizio la parte più straordinaria del mio mestiere, ovvero la stesura del racconto che in questo modo coinvolgerà il lettore, lo porterà all’interno del racconto, gli restituirà le informazioni e le emozioni che desidera e saprà conquistare la sua fiducia e attenzione.
Fine della prima parte. Nel prossimo approfondimento vedremo come tutto questo si sviluppa con il Narratore Digitale.