O almeno così dovrebbe essere per essere funzionale.
La formazione è innanzitutto comunicazione da parte dell’azienda e dal parte del capitale umano. E ancora prima, ascolto delle necessità, delle ambizioni e delle emozioni del singolo. E il punto è che ognuno ha le proprie, e non sempre corrispondono con l’idea di chi, in azienda, si aspetta che quella persona voglia ricoprire quel ruolo. Perché succede che le aspettative non corrispondono alla realtà? Perché non vi è stata una comunicazione efficace. Se qualcosa accade e non lo sappiamo spiegare, soprattutto quando parliamo di grandi numeri (pensiamo alle Grandi Dimissioni), significa che non abbiamo comunicato efficacemente. Non abbiamo creato l’ambiente migliore. E con il noi significa nessun* esclus*. Non abbiamo condiviso la conoscenza, non abbiamo dialogato correttamente. Per questo dobbiamo coltivare la Cultura della Comunicazione: imparare a comunicare in maniera efficace e aumentare costantemente le nostre competenze. Perché siamo nell’era in cui conversiamo costantemente, il mercato è conversazionale e la comunicazione è costantemente pubblica. In un mondo in costante trasformazione è necessaria una crescita adeguata e altrettanto costante.
Quante volte “sentiamo” pronunciare queste parole?
Sarebbe bello se …; Purtroppo da noi non è così …; Mi ritrovo in questo ruolo, ma …; Mi piace molto il mio lavoro, ma sarebbe bello se riuscissi a farlo senza ingerenze da parte di …; So che è una grande opportunità di carriera ma ho altre priorità e …; Utile quel corso, ma poi non lo possiamo applicare in azienda …; Ogni giorno mi trovo a lottare contro i miei valori perché devo fare così …; Sarebbe bello se fosse così anche da noi, ma chissà tra quanti anni …; Il guadagno non è la mia priorità, preferisco il tempo; Avrei potuto formarmi io per quel ruolo, invece di prendere una nuova persona a tempo indeterminato … E si potrebbe proseguire per pagine, ricordando l’importanza e la carica emotiva in ciascuna di queste frasi.
Comunicazione e formazione sono due asset strategici e fortemente connessi che, insieme, diventano una spinta propulsiva al business. Per comunicare in maniera efficace dobbiamo formarci adeguatamente e viceversa per formarci adeguatamente dobbiamo comunicare in maniera efficace.
In questo concetto è racchiusa la mia ricerca, il mio essere docente e il mio essere comunicatrice. Formazione e comunicazione sono le mie due braccia, o se vogliamo vederla poeticamente, le mie due ali. Ventisei anni in cui metto al centro della formazione la comunicazione come apprendimento collaborativo, la messa in comune della conoscenza e le conversazioni come esercizio per migliorare “la risoluzione dei problemi e dei conflitti”. In aula, che sia fisica o virtuale, si apprende soprattutto attraverso la comunicazione e il dialogo che fa conoscere la visione dell’altr*. E, proprio ascoltando attivamente, si comprendono le esigenze sia del singolo, che del gruppo. Il punto è: ascoltiamo attentamente o ci chiudiamo nella bolla selezionando solo quello che vogliamo sentire?
L’Upskilling delle competenze diventa dunque l’occasione di dialogo permanente e patto di fiducia tra business e capitale umano.
L’Upskilling delle competenze diventa dunque l’occasione di dialogo permanente e patto di fiducia tra business e capitale umano. Un ponte, una connessione tra le aspirazioni del singolo e del gruppo e la competitività che il mercato necessita. L’occasione per ascoltare le esigenze, fare sentire le persone nel posto giusto e adeguate alla situazione contingente. Sono del posto giusto con le competenze adeguate. E in questo posto posso crescere secondo le mie aspirazioni.
L’Upskilling diventa dunque comunicazione permanente e ascolto attivo nel cui scambio vi è equlibrio. O almeno così dovrebbe essere per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Il business e le persone evolvono costantemente ciascuna secondo le proprie necessità: competitività nel mercato e auto affermazione. Ma per poterlo garantire ognun* deve rinunciare ad una parte e conquistare una parte. Upskilling significa acquisizione di nuove competenze e applicazione sul campo e dunque, in quel preciso ambito, si deve delineare il nuovo spazio. Si devono ridisegnare i perimetri con caratteristiche sempre più precise, ma non con la logica di “territorio di conquista”, ma di “miglior terreno fertile per questo tipo di coltivazione”. E più si coltivano le competenze adeguate per quel terreno, più le si uniscono, maggiore e migliore sarà il raccolto.
Quali sono le basi sulle quali costruire questo “terreno” attraverso l’Upskilling?
Portando avanti questa metafora possiamo delineare alcuni aspetti utili e applicabili fin da subito nelle nostre realtà aziendali.
Un terreno non produce immediatamente, ha bisogno di tempo e di attenzioni costanti. Così il progetto formativo, che deve essere a medio-lungo termine (3-5 anni) reso pubblico e accessibile al capitale umano. Non semino e poi vado via, come se nulla fosse accaduto. Devo continuare a prendermi cura del terreno affinché i frutti possano uscire. Così è l’Upskilling, non una volta ogni quando abbiamo i fondi giusti da parte di un agente esterno. Devo avere un progetto: acquistare il terreno, analizzarne le caratteristiche, scegliere cosa piantare, fare una serie di azioni, delinearne i confini e col passare del tempo raccogliere i frutti. Per poi ricominciare con un nuovo ciclo.
Così anche la proposta formativa deve essere articolata, sia nelle modalità di erogazione che nei contenuti per raggiungere la maturità adeguata. Ogni stagione ha esigenze differenti, si tratta di cambiamento, trasformazione, cicli evolutivi. La staticità non giova a nessun*. Dunque parliamo di Upskilling permanente attraverso differenti tipologie di “nutrimento”, dal micro learning, a corsi in auto formazione, a incontri in presenza, seminari, convegni, Live, laboratori.
Personalizzazione come elemento chiave e strutturale
Upskilling è crescita permanente in base alle necessità del momento. Ecco perché la formazione va ripensata nei modi, nei tempi, nei canali e, soprattutto, nella percezione dei risultati. Abbiamo bisogno di visualizzare i risultati di ciò per cui stiamo investendo sforzi e tempo. Vedere il grando germogliare e poi crescere giorno dopo giorno ci permette di non perdere l’entusiasmo e mantenere la determinazione nel fare. Se l’azienda organizza un corso di formazione poi non può non permettere di applicare quelle competenze, azioni, strategie. Crea disequilibrio. E il disequilibrio per compensarlo ha bisogno di sforzi maggiori da una parte sola. Ancora una volta è fondamentale ricordare che un progetto formativo a medio-lungo termine va inserito in maniera consapevole e responsabile nelle dinamiche aziendali, altrimenti è controproducente. Rischia di fare percepire dei bisogni magari latenti. E dunque ne fa sentire un peso maggiore, generando frustrazione.
Abbiamo dunque bisogno di avere la mappatura chiara di tutti i nodi dai quali attingere nuova conoscenza e grazie a questa, nel corso del tempo come aggiungere valore. Progetto formativo significa mappare tutti i nodi concettuali e permettere arricchimento costante grazie all’esperienza del singolo. A questo problema ho trovato questa soluzione. Su questo argomento ho letto questo libro davvero utile per i suoi esercizi. Nel corso che ho seguito ci hanno fatto fare una simulazione utilissima, potremmo farlo anche noi. Hai scritto una cosa davvero interessante, sarebbe bello se approfondissi questo concetto, mi interessa molto.
Senza dimenticare che per riuscire a costruire efficacemente, abbiamo bisogno di comunicare in maniera responsabile e dunque, alla base di un Upskilling permanente dobbiamo acquisire anche competenze trasversali come problem solving e risoluzione dei conflitti; costruire un codice comune e delle regole di comunicazione costruttiva; migliorare le nostre competenze critico-analitiche e di commento. Promuovere una cultura della conoscenza condivisa senza paura di perdere la governance, ma favorendo una nuova logica a valore aggiunto.
Vuoi un elenco di tutte le caratteristiche dell’Upskilling e di come applicarlo all’interno dell’azienda? Scrivimi a info@upskilling.it e venerdì riceverai il link a un approfondimento operativo dedicato al progetto formativo e alle sue caratteristiche.
L’obiettivo? Upskillking comunicare e formarsi nella trasformazione
Imparare a comunicare efficacemente, a delineare le modalità di conversazione, a condividere la conoscenza senza egoismi o paure di perderne la governance, pesare le parole e scegliere quelle migliori per quel contesto e per quel commento, sono solo alcuni dei benefici dell’Upskilling. Primo fra tutti, ricordiamolo, sentirsi nel posto giusto nella maniera più adeguata, percependo il valore aggiunto che ciascun* di noi è in grado di apportare.
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