Sono tra quelle persone che fa buon uso delle impostazioni del telefono e della loro programmazione, tipo alle 21:00 di ogni sera automaticamente va in modalità “non disturbare” e lascia attivi i preferiti – che non sono certo contatti di lavoro. Ma, per non lasciare scoperta nessuna emergenza, tutte le telefonate ripetute nell’arco di tre minuti ritornano a squillare.
Perché lo faccio? Perché mi fa stare bene, posso rilassarmi chiacchierando con mia figlia, guardando un film o leggendo un libro senza interruzioni. E questo anche quando vado a cena fuori. L’idea di essere “libera di scegliere”, chi sentire e quando farlo mi fa stare bene, fuori dalla dipendenza delle notifiche quotidiane di qualsivoglia natura. Stesso meccanismo si programma nel weekend.
Amo la connessione, sì sono tra quelli che chiedono se c’è il WI-FI in hotel quando prenoto, come se la connessione fosse il requisito fondamentale nella scelta e ovviamente tra quelli che si fanno dare la password alla reception durante il check-in, con la frenesia di chi pare debba lanciare una navicella spaziale sulla luna, ma all’ora definita diventa secondario.
Ho imparato a darmi delle regole precise su come, quando e perché, valutandone ogni aspetto, perché sono i confini che permettono le scelte consapevoli. Cosa vuoi e cosa non vuoi, cosa ti piace e cosa non ti piace, cosa è permesso e cosa non è permesso sono diventate riflessioni sempre più frequenti. Perché è vero, se lasci correre non stai condividendo qualcosa che ti fa stare bene, ma stai dicendo agli altri come ti possono trattare. E così giorno dopo giorno imparo sempre molto di me e molto del mondo che mi sta intorno con la curiosità di un bambino e la voglia di scoprire sempre punti di vista differenti.
Il mio mondo è vario e articolato, pieno di passioni, di interessi, ma soprattutto pieno di parole, immagini e tanta creatività. E poiché ho deciso di raccontarmi di più, e poiché per la maggior parte dei miei lettori sono una figura “digital addicted”, ho pensato di farlo con un appuntamento settimanale prima del week end raccontandomi in un mondo e in un modo “disconnesso” con qualche parola chiave che mi caratterizza molto.
Connessione ho da poco finito un percorso di formazione per NSPCOE, NATO Stability Policing Centre of Excellence dove tra i vari aspetti ho approfondito il concetto di connessione semantica, tra persone, tra contenuti, tra online e offline, in un percorso che partiva proprio dai concetti del web. Una bellissima esperienza che ha portato poi alla costruzione del Semantics Guide Line Manual, di un piano editoriale e di un Board editoriale all’interno del centro. Qui puoi trovare 🙌 un commento sul corso da parte del PAO – Public Affairs Office Marco Argenton . Connessione per me significa restare “in contatto”, perché il contatto umano è la miglior forma di comunicazione che potrei desiderare. E poi ormai la mia rubrica #ConsapevolmenteConnessi su Uomini & Donne della Comunicazione ha ben definito i miei concetti di consapevolezza. Questa settimana ad esempio 👉 la consapevolezza l’ho dedicata al concetto di Sostenibilità intesa come Ambiente, Sociale e Governance. Un’altra parola che amo è Empatia. una caratteristica che mi piace moltissimo, ad esempio nell’ambito lavorativo e 👉 su Bitmat ti racconto anche le altre competenze trasversali per essere vincenti sul lavoro Lo so scrivo sempre, su Marketplace invece ho focalizzato l’attenzione sulla 👉 costruzione semantica del brand e su come costruire il miglior piano editoriale per la vostra azienda, ma la parola che vedrete per prima è Dream, lo trovate a pag. 14.
E per i giovani la mia settimana è stata, una grande soddisfazione nella correzione degli elaborati dei miei studenti all’Università Cattolica che tra comunicati stampa e piani editoriali hanno reso i loro progetti ancora più efficaci. Bravi questi Millenials! Ma non solo ho avuto una bellissima intervista da parte di Radio IUSVE Cube Radio dove mi sono stati chiesti 👉 i trend del 2020 in ambito comunicativo e qualche suggerimento utile per gli studenti di Comunicazione e Marketing dell’Università. E come sempre non mancano neppure i giovanissimi a riempire la vita di creatività, la canzone “Ma che ne sanno i duemila” che io letteralmente amo ha ispirato me e Violante (mia figlia) in un viaggio tra 06 e anni’80 a colori di hashtag e sicuramente a scoprire due mondi che hanno più connessioni di quanto immaginano 😉
Ma la vita non è solo lavoro e qui ti dico anche quali sono i libri che ho letto e mi sono stati di grande aiuto nei progetti e nelle attività della settimana: L’intelligenza emotiva di Daniel Goleman, Best BUR, Il Codice delle ragazze di Alessandra Spada, Solferino – per chi che come me è madre di una tredicenne eGirl. Mentre L’intelligenza emotiva di Goleman lo avevo già letto e rispolverato per una serie di lavori che sto seguendo, anche se un po’ datato rimane sempre un ottimo volume utilissimo per l’analisi del sé. Il Codice delle ragazze è stata una lettura davvero coinvolgente, le tredicenni che si ritrovano in un Campus estivo di Coding creativo in Svizzera con le loro avventure offrono decisamente molti spunti di discussione e anche una bellissima visione del mondo, dei viaggi e delle amicizie.
Adesso ti saluto perché mi disCONNETTO 😀 ma lunedì non dimenticare che ci sarà una 📖 MINIGUIDA sulla comunicazione per te. Ciao, e restiamo dis_CONNESSI
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