1) Per aumentare il numero di destinatari della comunicazione, X a (ipoteticamente) infinito = io condivido la notizia, ma anche ciascuno dei miei lettori può diventare a sua volta un nuovo mittente, condividendola, commentandola …
2) Per targetizzare la notizia, non solo attraverso un mailing (mio), ma anche attraverso i canali (feed RSS, Video, Foto, ….) la notizia si inserisce non solo nei miei canali, ma attraverso i canali stessi i tag e i feed si inserisce in canali in cui io non sono in contatto ma i cui destinatari sono interessati all’informazione.
3) Per permettere al mio destinatario (che è anche un destinatario a me sconosciuto) di fruire della notizia nel modo a lui più consono. Sceglierà il canale, e la modalità, video, foto, notizia, feed, commento, nota, tweet …
4) Per offrire in tempo reale tutto quello di cui sono a conoscenza e voglio fare conoscere. Ovvero rendo il mio lettore partecipe di quanto sto “sentendo” io stesso. Quindi condivido tutto direttamente. Questo è molto utilizzato anche nell’ambito dell’aggiornamento professionale, sempre più spesso è abitudine twettare, inserire su Facebook, aggiornare il Blog in tempo reale. Sicuramente facile e veloce per dare gli elementi principali, le informazioni di base, è Twitter, con pochi caratteri riassumo il concetto. Attenzione, questa operazione, utilissima necessita di competenze di sintesi molto elevate (controproducende sarebbe un riassunto poco sensato, o poco chiaro).
Siamo abituati a forme di comunicazione differenti e sempre più interattive. Ormai anche la pubblicità diventa un contenuto da personalizzare, lo vediamo costantemente con il Marketing virale, e soprattutto il concetto di condivisione ma soprattutto di interscambiabilità (chiave del nostro sistema di comunicazione). In questo modo diventiamo attori della pubblicità di un prodotto/servizio nel mezzo stesso in cui è stata inserita, novità assoluta rispetto alla tradizionale distribuzione delle informazioni. L’informazione la faccio mia, la personalizzo=la commento, la condivido=la ridistribuisco, divento parte attiva di un processo di cui prima ero solo fruitore, adesso sono autore.
Chi gestisce un ufficio stampa 2.0 questo lo sa, e sfrutta il mezzo di comunicazione in maniera attenta per far sì che la notizia possa essere reperita dal maggior numero di persone, condivisa, risistribuita. Come? Personalizzando la notizia per ciascun sistema in cui viene inserita e taggandola (ovvero strutturandola attraverso parole chiave che si inseriscono in sistemi di distribuzione delle informazioni). Ogni strumento ogni sistema ha un suo linguaggio, un numero di parole a disposizione, un modo differente di presentarsi e di reperimento delle informazioni. Un addetto stampa 2.0 queste cose le conosce. Conosce gli strumenti a disposizione, e conosce, soprattutto, il funzionamento di tali strumenti. Il modo in cui le persone li utilizzano, il numero di caratteri a disposizione, il modo in cui scrivere l’informazione (perché sa come viene fruita dall’utilizzatore).
La notizia quindi viene inserita in Facebook (o come notizia nella bacheca, oppure se è lunga, come Nota da condividere).
I giornalisti sono sempre alla ricerca di informazioni, cose interessanti che possono attirare la loro attenzione, e, sempre più spesso si affidano anche ai social network per il reperimento di queste informazioni. Oltre alle agenzie di stampa, e alle fonti affidabili, sempre più spesso i giornalisti sono interessati a notizie sui social network. Il social network ti permette di avere una miriade di notizie, e soprattutto di targetizzare le notizie (ti iscrivi ad un gruppo piuttosto che ad un altro, oppure stringi amicizia con una persona rispetto che con un’altra), ma soprattutto hai informazioni già taggate. Twitter come Facebook come altri social hanno la possibilità di taggare il destinatario della comunicazione (senza naturalmente inviare un mailing massivo) in questo modo l’addetto stampa 2.0 può fare pervenire l’informazione direttamente nella bacheca. E questo lo farà scegliendo lo stile più corretto, formale, informale, divertente o addirittura decidendo di commentare un link …
Ufficio stampa 2.0 significa anche diffondere la notizia in modo automatizzato attraverso un numero elevatissimo di canali, targetizzando anche il canale (via RSS, via Blog, via Social Network, via YouTube, via Flickr, …), sfruttando la mutlicanalità.
L’utente finale decide come fruirne (sotto forma di video, di immagine, di contenuto, di forma …), quindi il concetto si è capovolto, non è più il mittente che “detta le regole”, ma è il destinatario che sceglie la modalità di fruizione. Ovviamente l’addetto stampa 2.0 dovrà avere competenze tecnologiche superiori, in grado di gestire l’inserimento delle varie forme di “notizia” sui canali differenti. Dovrà quindi conoscere i linguaggi dei vari canali.
Ed ancora, tempo reale: posso avere le informazioni, in questo caso la distribuzione dell’informazione in tempo reale attraverso il caricamento di foto, video, contenuti … ma anche attraverso lo streaming.
La gestione documentale dovrà quindi essere intesa in modo ipermediale e personalizzato, non solo mi dà la possibilità di gestire in tempo reale l’informazione, ma mi permette di gestire la fruibilità delle informazioni gerarchizzandola a seconda della tipologia di target e di canale.